Nel 1970, la dream car per il Salone dell’Auto di Torino è volutamente estrema nelle forme e nelle soluzioni tecniche, ma comunque pensata per la produzione di massa.
Il punto di partenza è la Volkswagen Porsche 914/16, ma tra questo prototipo e la versione di produzione non c’è la minima somiglianza. La tendenza formale fa riferimento più alla de Tomaso Mangusta che all’Iguana, presentata un anno prima.
La morbidezza e la leggerezza cedono il passo a linee brusche, raggi diritti e angoli pronunciati.
Il cuneo viene utilizzato qui per la prima volta, e sarà ripreso in molte altre auto negli anni successivi. Le porte e i cofani sono molto esotici e considerati soluzioni innovative per l’epoca, come la porta ad apertura ala di gabbiano per i passeggeri e il motore. Questa soluzione imponeva la progettazione di una struttura centrale in acciaio a “X” che ospita longitudinalmente le cerniere di porte e cofani, mentre trasversalmente diventa una roll-bar. I fari, a scomparsa, sono protetti da un sovrastruttura quadrata.
Curiosità
La Volkswagen Porsche Tapiro fu acquistata da un collezionista privato, ma ebbe una sorte crudele: negli anni ’80 questo prototipo, unico nel suo genere, fu trovato completamente bruciato dopo un incidente automobilistico.